PER SAN MARTINELLO, SI SPILLA IL VINO NOVELLO. Per l’estate di san Martino propongo invece una filastrocca dal mio libriccino “E san Rocco … fece un fiocco” che ho pubblicato su Youcan Print proprio in questi giorni. Questa è piuttosto infantile, ma il libretto è una raccolta di mie rime su delle novelle popolari adatte più ai grandi che ai piccini.
San Martino mantellaro
San Martin non è campanaro e non va in groppa a un somaro, ma a servir il Romano Impero cavalcava armato e fiero.
Né la sera, né al mattino, mai faceva un pisolino. Giorno e notte, l’Agro Franco vigilava, e mai era stanco. ……………………….
San Martino ora a cavallo se ne va dal Franco vallo, verso il verde bel paese dove il clima è più cortese.
Ma tra’ monti e la bufera geme a terra un’ombra nera. Non è un lupo o un lestofante, trema e chiede, è un mendicante. Non ha vesti, né calzare, e ha una tosse da affogare.
Din don do, din don da, san Martino che farà?
C’è un gran gelo nella Gallia, e di ferro ha elmo e maglia. Per la pioggia non ha l’ombrello, si ripara con un mantello.
Sguainò la spada, e il mendicante, pianse: – … Non ho fatto niente. Ma il cavaliere con un colpo netto del suo mantello fece un duetto, “Mezzo a te e mezzo a me e vestiremo come i re”.
Nella tormenta, mezzo mantello, basta al cuore, ma non al cervello. San Martino batte i denti, ma non manda mai accidenti: prega Iddio che ci consola e fiorir fa giglio e viola.
Din don do, din don da, San Martin come farà?
Ma il Signore, ancor più buono, al suo Santo fece un dono, e continuando nel viaggio, di novembre parea maggio.
Da allor per san Martino, fa l’autunno un pisolino. Con metà del suo mantello salvò la pelle quel poverello e volgeva gli occhi lassù.
Chi dei due era Gesù? Io non lo so, dillo un po’ tu.
Viva, viva San Martino! Ma non era il re del vino!