I PRESEPAI

I maestri presepai sono non solo a Napoli o a Jesi, ma in tutto il nostro territorio. E proprio negli ultimi anni in alcuni paesi è tornata la tradizione di fare “La via dei presepi” con tanti presepi artistici, in competizione anche tra di loro. Naturalmente la piazza più ambita è il Vaticano, dove sotto il colonnato del Bernini si espongono ben cento presepi selezionati in tutto il mondo. La mia poesiola vuol rendere omaggio a queste figure che lontano dai giochi di luce ipertecnologici che in questi giorni stravolgono le facciate di tanti edifici storici, con strumenti e materiali semplicissimi e alla portata di tutti, fanno sbocciare ricordi, emozioni, nostalgie. Le piccole gioie delle cose umili, per gente umile e bambini. Ma cos’altro è l’arte se non la capacità di fare intravedere un mondo che non c’è, che forse mai c’è stato e mai ci sarà. Un tremulo lumino che tuttavia rischiara un angolo dell’anima nell’opacità fitta e maleodorante di questo guasto mondo.         

   Omaggio ai presepai
                                 
Vengon ogni anno i presepai,
seguitando la cometa.
Da dove vengon non lo sai:
pace in terra hanno per meta.

Con le stelle e le stoviglie,
angioletti e pecorelle,
apparir fan meraviglie,
le vie nostre fanno belle.

Sotto il sole, e più di notte,
in un legno o in una botte,
fan il teatrino di un altrove
che farà le anime nuove.

Nenie dolci e cornamuse,
umiltà in pose e colori,
le arti tutte hanno per muse,
aprir sanno i buoni cuori.

Arrivati in Vaticano,
tra i loggiati del Bernini,
nasce Iddio dalla lor mano
e gli occhi sgranano i bambini.

Delle stelle offron il sorriso,
scender fanno il Paradiso.
Quando arriva Epifania
coi Re Magi vanno via. 

Sergio Giovannetti
              
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