In barba all’ideologia dell’Inclusione e del Politicamente Corretto faccio a tutti tanti auguri per la Festa del Santo Natale. Che razza d’inclusione è quella che esclude i fondamenti stessi della nostra storia e tradizione e vuol cancellare ogni identità (non solo la nostra)? Anziché inclusione è un’esclusione, una cancellazione degli aspetti molteplici e variegati dei nostri modi di vivere per ridurci a una sola dimensione, quella economica del lavoro e consumo forzato. Consumi artificiosi e dannosi per noi stessi e la terra. Se non si festeggia una rinascita spirituale (non necessariamente quella cristiana, simboleggiata dal bambino Gesù), la speranza e i propositi di una vita nuova, che cosa si festeggia? Il consumismo fine a se stesso e all’arricchimento di pochi individui in un’orgia di distruzione e autodistruzione che fa pensare alla musica e alle danze che imperterrite continuano sul Titanic che affonda? In passato i giorni di Natale, come si usa ancora a maggio, gruppi di persone andavano per le cascine e i borghi, a fare la questua natalizia, accompagnandosi con musiche e canti. Facevano gli auguri ai padroni di casa e venivano ricambiati con piccoli doni, come uova e prodotti della campagna. Essendo anch’io un po’ un cantastorie vi faccio gli auguri di buone feste con queste rime tratte da una di quelle canzoni, un po’ ritoccata da me per renderla più adatta ai nostri giorni. I re Magi nella foto sono un particolare di un presepe dell’amico artista Pino Morena.
CANZONE PER LA QUESTUA NATALIZIA (un po’ rielaborata da me) In questa notte santa, nell’Oriente, apparve in cielo una lucente stella. I tre Magi senza sapere niente per dodici giorni seguitaron quella tra dune e palme, senza smontar di sella. Con sé portavan mirra, incenso e oro, per onorar il Signor d’un altro mondo, dove gli uomini canteranno in coro uniti tutti in un gran girotondo. Quando giunsero a una capanna la stella si fermò a quella stazione dove un bimbetto faceva la nanna tra pastori e angeli in adorazione. Mentre i re Magi son rimasti là ad onorar coi doni Gesù nato a voi auguriam la felicità per l’anno non ancora arrivato: Anno lieto se farete carità e se in pace sarete col creato.
