Il ponte del Giudizio, o ponte sottile, o ponte-capello, o anche pons tremulus, da cui il nome della città di Pontremoli. Ponte che le anime nude devono passare per raggiungere il Regno dei cieli. Agevole per i giusti, per le anime che non portano il peso dei peccati, ma sottile come un capello per i peccatori, che precipitano nel fiume di pece bollente. Simbolo per i vivi, insieme al labirinto, del nodo cruciale lungo la via, delle prove da superare, dell’atto di fede e di abbandono che deve fare chi è in cerca della salvezza dell’anima, o della vita vera.Ecco come l’ho descritto io nel mio poema la via santa:
Pons tremulus
Di là dal fiume c’è una fanciulla,
che maliziosa il pargolo culla.
Acque impetuose corrono via,
non si attraversa senza magia.
Ma evanescente, ecco di fronte,
di nebbia e brina un esile ponte.
Pare un invito, un dolce fischio:
se vuoi la vita è questo il rischio;
… o aspettare lo sfilar degli eventi
che, tra le gole, mugghian co’ venti.
Per non finir col piede in fallo
lasciare armatura, deve, e cavallo.
Ruggisce sotto l’inferno aperto,
oscilla il ponte, il passo è incerto.
Sottil, qual filo, da fuso, di lana,
nell’avanzare più e più si dipana.
Esser vorresti più lieve di piuma;
t’infangò l’ali de’ giorni la schiuma.
Insaziati abissi, dietro ed innanzi,
gravano ombre, e più i rimpianti.
Tremore panico, la terra manca,
non hai appigli, nessun ti agguanta..
Abbandonarsi, così è e così sia,
o tra i vortici annaspare… della follia.
Ma rompe l’incanto, rude Michele,
al Maligno non lascia, un cavaliere.
