Così il proverbio. Ecco un mio inno alla Madonna dal mio poema “La via santa”
In Eva Vae, sed ex Eva Ave
Negli occhi turchini, nel dolce viso,
fremer di ombre, o il Paradiso?
Maria la pazza, la visionaria,
che amore cercò tra i figli dell’aria.
Maria la tenera e piccola donna
cui l’Amor Divino strappò la gonna.
Di cielo e grazia, ricolmi e quieti,
gli occhi abbassati, i pudori segreti.
Tremula stella della mattina,
celeste essenza tra noi peregrina,
amante mistica de’ cavalieri
in reami persi e sogni d’ieri,
femmineo fiore, brezza di maggio,
languor di sangue, paradisiaco passaggio.
In Te trillar rondini, svolar di gabbiani,
purezza d’infanti, congiungersi mani.
Ai piedi le rose, secche e sbiadite,
profuman di sogni, di fievoli vite.
Ma chi, chi, in terra od in cielo,
l’Universo pose sotto il tuo velo
e Signora ti fe’ di luna e mistero,
incantatrice del dragone-serpente,
invitta Dea che s’erge sul niente?
Stella del mare e Torre d’avorio,
Regina degli angeli, e Casa d’oro!
Tu, donna-madre, amor sofferente
di non aver il figlio strappato al niente.
A una Vergine, implacabile e armata,
non offre il debole amor e serenata.
La falce di luna si porti il vento
e stelle ed astri di sera e mattino,
con l’azzurro gelido del firmamento!
Derelitta t’invoco lungo il cammino,
per le tue lacrime, per il cuore bambino.
Silenzio immenso di chi tutto ha perso,
stupore infinito di un crudo universo,
cuore di donna umiliata e ferita,
nella tomba vuota trovasti la vita.
Tu stella persa e nostalgia segreta
di chi pellegrina senza una meta,
Alma Mater, d’amor di fede paziente,
in ora mortis, fuga da noi il niente.
