Una volta era un giorno festivo per le scuole, una pausa graditissima perché non ci eravamo ancora abituati a stare chiusi in classe (allora la scuola iniziava il primo di ottobre). Ecco una mia poesia sul Poverello estratta dal mio poema “La via santa”
Le tortorelle del Roseto
Ecco un dì assai tortorelle
troppo pure, buone e belle,
in una cesta imprigionate
pronte a essere spennate.
«O bon giovine, lascia un poco
che io t’insegni un novo gioco:
dalla cesta togli il velo,
andar lascia chi sta in cielo.
«Elle a noi sono sorelle,
luce specchian delle stelle.
La mite gioia del Signore
van cantando a campi e cuore.
«Bussano umili e innocenti,
il petto scioglierti le senti,
e estasiato anche tu allora
lieve aleggi nell’aurora».
Furon canti e gioia nuova,
tra le mani e calde uova,
svolazzar di fraticelli
in mezzo ai cieli come uccelli,
sai scuri e ali bianche
e preghiere tra le panche,
nidi e penne angelicate
sulle teste un po’ pelate.
Quando venne poi il momento
le affidò il Beato al vento,
e alla vigna del Signore
portò un nuovo servitore.