Gli stornelli erano brevi improvvisazioni a schema fisso. Venivano cantati nei campi durante il lavoro ed erano detti anche fiori, perché il ritornello incominciava sempre con l’invocazione di un fiore. Bastava cambiare il nome del fiore per far rima col nome di chi si voleva cantare.
Per esempio:
Tra le rose e le viole
ci sta bene la ginestra,
e noi vogliamo tanto bene
alla nostra signora maestra.
E se la rima non si trovava tra i nomi dei fiori, si aggiungeva allora qualcos’altro:
Tra le rose e le viole
ci sta bene un pollo arrosto
e noi vogliamo tanto bene
al nostro signor proposto.
Oppure, per acclamare una persona importante, a scuola si cantava questo:
Battiam battiam le mani, arriva il direttore,
battiam battiam le mani, all’uomo di valore.
C’erano anche altri tipi di ritornelli, costruiti sui fiori, diretti a lodare la persona amata:
Fior di giaggiolo,
gli angeli stanno a mille in cielo,
ma bello come voi ce n’è uno solo.
Fior di bambù,
amo la donna con tante virtù,
e questa, cara mia sei proprio tu.
Bocca di lupo,
se son con te, io vedo il mondo amico,
senza di te, tutto m’appare cupo.
Ovviamente ce n’è e se ne poteva fare all’infinito:
Fior d’erba rogna,
con la vision di te che m’accompagna,
il cuore mio ad occhi aperti sogna.
Ed uscendo da quelli amorosi:
Fiore d’anguria,
spesso mettersi in mostra e darsi aria
si rivela nient’altro che belluria.
Fior di canaglia,
al solo veder te mi vien la voglia
di spararti un bel colpo di mitraglia.
Più spesso, come i proverbi volevano essere degli insegnamenti per la vita:
Fior di pungitopo,
mettiti sempre molto bene in capo:
è bene agire prima, e non dopo.
Fiore di steppa,
la voglia di mangiar non sia mai troppa,
fa male aver la pancia troppo zeppa.
Fiore di tasso,
guardati da un eccessivo lusso,
in ogni cosa tieni il giusto passo.
Fiore di ellera,
qualunque cosa vuoi non c’è chi tolleri
di dartela se non gli sborsi i lilleri.
Fiore d’ontano
al troppo far devi mettere un freno:
chi va piano, va sano e lontano.
E non erano sempre allegri, perché una venatura di malinconia e rassegnazione è sempre presente nel mondo popolare.
Fior di miseria,
la vita nel suo corso è molto varia,
a volte è lieta, a volte è molto seria.
Fiore d’ortica,
cocente delusione in questa vita
dà veder persa la nostra fatica.
Fiore di spina,
è cosa che ferisce e dà gran pena
vedere un amore che declina.
Fior di tolù,
che vale rimpianger ciò che fu?
Quel ch’è passato non ritorna più.
Ma non voglio annoiarvi oltre e concludo con un’immagine dolce:
Fiore di stancia,
se vedi che il tuo bimbo s’imbroncia,
dagli un bacio su l’una e l’altra guancia.
