Oltre che un piacere per l’orecchio e un ausilio per la memoria, la rima se fatta bene permette la forma più concisa ed incisiva di comunicazione. Basta confrontare le descrizioni interminabili di paesaggi e contesti nei romanzi, spesso noiose e sovrabbondanti, e la concisione, che per forza di cose (visto la difficoltà di fare rime) c’è nelle poesie. Perché i versi e le rime comportano uno studio attento, la ricerca, la selezione accurata di ogni vocabolo, tenendo conto del significato e delle sonorità. E al contrario della comunicazione di oggi istantanea e reattiva, tutta fatta senza pensare un attimo, comporta una profonda riflessione. Guardate l’incisività nei suoni e nei significati di questa filastrocca popolare. Che può sembrare insensata, tipo strambotto, ma esprime invece in modo colorito e con brevità assoluta quel che i popolani pensavano del prete e della donna che fino a non tanti anni fa era al suo servizio per la conduzione della casa e della chiesa, detta appunto la serva o la donna del prete. Che veniva chiamata anche perpetua, dal nome della famosa domestica di don Abbondio nei Promessi sposi. Che essendo femmina non poteva non accendere le chiacchiere e le fantasie popolari.
… Tirimballa, tirimballa,
il prete suona e la serva balla;
quando la serva la un’è più bona
il prete balla e la serva suona…
