“Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co.” anno 2018, in foto la motivazione della giuria, e la premiazione. “Olocausto” è il titolo della poesia con cui mi sono classificato al secondo posto, pubblicata con le altre finaliste, nel volume di autori vari, “Storie di immaginaria realtà”, vol. 5.
Olocausto
Un grido spalancato nella notte, lame di fuoco a riempire il cuore, precipitare in un abisso che rovina. I baci dolci che non ti ho mai dato in baratri sprofondanti senza forma, a cosmiche vertigini evaporare.
Frigida ed ebbra, falce di astro, il vuoto taglia, grande dei cieli. Di sangue assetati e ciechi di luna, profondi rilucono occhi tuoi che fondo non hanno, che fino in fondo mai io guardai.
Lente e taglienti, le tue dita sul petto, dilacerar fibre e sogni di carne. Atroce strozza, le fauci sigilla, di rana viscida che in pignatta di strega ribolle e gonfia, viva e dolente.
Estenuati sogni languire lontano, labbra che attendono l’ultimo bacio. Caldo zampilla, il sangue e gagliardo, ai tuoi piedi gelidi a spegnersi muto. A morto il cuore martella in folle, sacrale offerta nelle mie palme.
Le dita tue lunghe ed ossute fibra per fibra l’anima mia smembreranno, scientemente, per farne pastura – secondo merito, a ciascun, e a capriccio – di finti mannari e sperdute falene, da luci attratte e note metalliche, tra virtuali sogni e fumisterie di vita.
Digruma coca e pigro s’impingua fluido e vermiglio il cerchio d’inferno intorno al tuo odore e sapore di donna.
Tra nubi di hashish e smartphone lampeggianti la tua testolina ondeggia superba e paonazzi demoni al culminare del rito a turno giacere sul corpo tuo acceso.
Il cuor mio povero d’azzurro intristito, che batté strade di echi e di sogni, incenerito dalla malia di due occhi, in olocausto a un idolo, svenato e combusto, a un’imago che tra i miei specchi, si specchia.