A Gianni Rodari, che volar fece i somari

I cento anni di Gianni Rodari

Un maestro nell’arte della fantasia, ma anche un grande innovatore, e non solo per il mondo dell’infanzia. Sull’onda di quel sommovimento culturale e sociale degli anni ’60 (che portò a un cambiamento di tutti i costumi ed espresse figure come don Milani, Dario Fo e Franco Basaglia), Rodari mise in discussione tanta parte della morale tradizionale, che era alla base delle vecchie fiabe, basata sull’egoismo, il far da sé, la furbizia, la chiusura.   Come in questi proverbi, da lui capovolti, dove mostra quanto sia più bella, e anche utile ai fini del risultato, la collaborazione, l’amicizia, la solidarietà. E protagonisti delle fiabe non sono più i re e gli eroi, bensì la gente comune, gli ultimi, i bambini, tutti noi se agiamo concordi. Con queste parole gli ho dedicato un mio libretto di filastrocche dal titolo “Coronaviro, Coronaviro… io ti frego, leggo un libro”: “A Gianni Rodari, che volar fece i somari”.

Proverbi 

Dice un proverbio dei tempi andati:
“Meglio soli che male accompagnati”.
Io ne so uno più bello assai:
“In compagnia lontano vai”.

Dice un proverbio, chissà perché,
“Chi fa da sè fa per tre”.
Da questo orecchio io non ci sento:
“Chi ha cento amici fa per cento”.

Dice un proverbio con la muffa:
“Chi sta da solo non fa baruffa”.
Questa io dico, è una bugia:
“Se siamo in tanti, si fa allegria”.

A Gianni Rodari, che volar fece i somari
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