La secolare diffidenza della gente di campagna verso i medici viene fuori non solo nei proverbi, ma anche in tanti scritti. Come in questo libretto di fine ‘settecento in ottava rima, dove il più pazzo e scimunito contadino si fa beffe di tutti i medici e ottiene fama e soldi come guaritore, assistito soltanto, come ribadisce la fine del libro, dalla fortuna.
… Così visse gran tempo in quieta pace
Grillo, la moglie, ed i figliuoli, e belle
lodi diè alla fortuna, che con pace
gli avea donate ricchezze e giumelle,
che al mondo, non che a lui, sarian capace;
E così lieto nel godersi quelle,
finì la vita, ché in sua carcer scura
“non vale ingegno, senz’aver ventura”.

